Cantine Dipinte – portoni narranti I° Edizione

 

Cantine Dipinte – portoni narranti

Il programma, condotto da Arteteca Molise APS, in collaborazione con Arteteca / INWARD Osservatorio Nazionale sulla Creatività Urbana, prevede la produzione di opere pittoriche su antichi portoni di legno, nel centro storico di Guardiaregia, su temi d’identità locale, mirato a costituire un nuovo attrattore turistico.

L’arte di dipingere i portoni, in particolare nelle tradizioni popolari, ha radici che affondano nelle culture storiche, religiose e simboliche di diverse regioni italiane. La porta rappresenta, da sempre, il confine tra mondo interno (la casa) e esterno (il mondo); la pittura è intrapresa, così, oltre che come esercizio di decoro, anche come strumento apotropaico e forma di protezione contro il male, il malocchio o la sfortuna. In Italia, e in particolare nel Sud, questa pratica è strettamente legata a un’arte di matrice popolare, per cui, in aggiunta ai motivi florali, geometrici o di fauna locale, non è raro ritrovare, anzitutto nei piccoli borghi, portoni dipinti con scene di vita quotidiana, religiose o mitologiche, anche di significato sociale.

 

Cantine Dipinte 2024 – edizione 1

Amed ha dipinto “Trasparenze”, il busto della cosiddetta “pacchiana”, una donna ammantata nel vestito della tradizione di Guardiaregia e con un vaso dello stesso legno del portone. L’abito tradizionale, meticolosamente realizzato, dona nuova vitalità a un elemento significativo della cultura contadina meridionale. La figura raffigurata, infatti, è un archetipo della donna di campagna, vista come simbolo della laboriosità, ma anche come icona di una cultura che spesso si sovrapponeva a stereotipi modesti di femminilità.

Antonio Sena ha realizzato “San Nicola delle mele”, interpretazione di San Nicola, venerato come Santo popolare per il suo legame con la generosità, la protezione dei deboli e il supporto ai più bisognosi, ma anche per il suo ruolo di intercessore nelle difficoltà quotidiane. Citando il famoso dipinto di Mattia Preti, l’artista ne ha variato il soggetto con l’aggiunta di tre ovini (al posto del giovane miracolato) che ricordano la protezione per i transumanti (perché le donne che restavano in paese pregavano, piuttosto, il Santo pugliese nei cui territori distanti i pastori si spingevano con le mandrie), e sostituendo ai tre globi d’oro del Santo altrettante mele antiche molisane: annurca, zitella, limoncella.

Biodpì, nell’intervento “Annascust”, ha nascosto, appunto, con tonalità del verde su verde, la figura inquietante di un brigante, così evocando i fatti storici anche locali dell’Ottocento. Il Molise, annesso al nuovo Regno d’Italia nel 1861, divenne uno dei teatri principali di lotta tra briganti e forze dello Stato. Il territorio rurale era caratterizzato dalla diffusa nobiltà terriera e da un sistema economico ancora tradizionale. Le tensioni sociali, unite a difficoltà di occupazione e carico fiscale, contribuirono all’avvio del brigantaggio. In una lettera dell’Intendente del Molise al Ministro dell’Interno, già l’11 maggio 1811, si legge: “I briganti di Guardiaregia sono invisibili”.

Ancelo191 ha omaggiato l’universo antico dei lavoratori della creta con un’opera dal titolo ironico “Vieni avanti cretino”, da una famosa commedia italiana, sia per via della porta come soglia d’ingresso e invito a entrare sia perché l’aggettivo per i lavoratori della creta è anche “cretino”, che non rappresenta nulla di spregiativo perché l’etimo dell’epiteto ha tutt’altra motivazione. Un tempo, Guardiaregia era ricca di artigiani che tornivano e cuocevano tegami, pentole e anzitutto “pignate”. L’immagine si lega quindi a un mondo semplice, dove ogni oggetto creato ha una funzione precisa e ogni gesto è parte di ritualità quotidiana. Nell’abbinare il tema all’artista, si noti che quest’ultimo è anche scultore e lavora proprio la terracotta presso importanti botteghe presepiali napoletane.

Sul portone dipinto da Nuru B, l’opera “Free” è una rappresentazione della storia personale dell’artista gambiano che si incrocia con le numerosissime altre storie di migrazione tipiche anche delle aree interne matesine, sintetizzate nella figura di uno specifico uccello. Il pievere tortolino, volatile dall’eccezionale passaggio in Molise, sverna in Africa settentrionale per andare a nidificare finanche in Siberia. Dal tipico bianco piumaggio, esso è posato su una classica “valigia di cartone” che raddoppia il messaggio e ricorda, iconograficamente, il viaggio tradizionale di un migrante, qui in specifico riferimento alle zone rurali del centro e sud Italia.

 

Gli artisti dell’edizione 1

Giuseppe De Martino, in arte Amed, nasce e vive a Salerno. Si laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 2015. Affascinato dal mondo dei graffiti e della street art, avvia la ricerca tra grafica, pittura, illustrazione. Invitato a eventi in Italia e all’estero, ha collaborato con note istituzioni e per importanti aziende, come Netflix e Warner Bros Italia.

Antonio Sena nasce a Lioni, vive e lavora a Napoli. Specializzato in fotografia e in restauro, esperto di arti figurative e di beni culturali, collabora con la Biennale Angelo Garofalo ed è direttore artistico del festival BAG Out. La sua pittura ha nei materiali l’esperienza del restauratore. Collabora con Collettivo BoCa e Quasilo, spazio di condivisione per minori con laboratori.

Fabio Della Ratta, in arte Biodpì, nasce nel 1976 a Sant’Agata de’ Goti (BN), dove vive e lavora. Dal 2000 opera come graphic designer e, nel 2004, muove i primi passi nella street art, tra adesivi e poster, realizzando icone contemporanee anche in ampi murali. Coniuga l’arte urbana con pratiche di sostegno sociale, attraverso percorsi di coesione e integrazione su territorio sannita.

Angelo Di Pietro, in arte Ancelo191, nasce a Napoli nel 1998. Vive all’ombra del Vesuvio. Lavora come pittore, scultore e muralista. Inizia a fare graffiti writing all’età di quattordici anni. Frequenta il Liceo Artistico di Napoli, dove si diploma in pittura. Intraprende, poi, la carriera da tatuatore e oggi lavora per le migliori botteghe di pastori e presepi di Napoli.

Muhammed Ceesay, in arte Nuru B, è un giovane artista gambiano, giunto in Italia nel 2017. Vive e lavora a Benevento. Si è avvicinato alla street art, facendo sue le tecniche di stencil e serigrafia. Dai suoi lavori traspare il vissuto millenario dell’Africa e la speranza di ritrovarla libera, come sognata da Thomas Sankara.